Infrastrutture fiorentine e il mal del calcinaccio

Comitato No Tunnel TAV Firenze

COMUNICATO STAMPA, Firenze, 27 giugno 2019

Il mal del calcinaccio: era chiamata così, in campagna, una patologia che colpisce i polli, soprattutto i pulcini, che consiste nell’impossibilità di espellere le feci e spesso li porta a morte.
A volte sembra che la stessa malattia stia affliggendo la classe politica italiana e quella toscana e fiorentina, in particolare il sindaco Dario Nardella.

Sembra che questa patologia politico-economica sia caratterizzata dalla difficoltà di espellere dai magazzini delle imprese cemento, asfalto e ferro verso infrastrutture dalla dubbia utilità. I sintomi prevalenti sono alte grida di dolore sulle sorti del futuro del paese -e di Firenze in particolare- che andrebbe incontro alle peggiori sciagure immaginabili, tipo il “blocco dello sviluppo infrastrutturale”, una specie di blocco intestinale delle imprese che non sarebbero più capaci di fare profitti a carico delle finanze pubbliche da riversare poi nella speculazione finanziaria.
Il Comitato No Tunnel TAV di Firenze vede tutte queste caratteristiche nell’ennesima esternazione del sindaco giusto ieri pomeriggio: “Se non realizziamo il sottoattraversamento Tav e la stazione Foster, affiancata dalla stazione Circondaria, di fatto blocchiamo lo sviluppo infrastrutturale e il sistema di trasporto pubblico metropolitano da qui ai prossimi 50 anni”. BUM! La patologia ha raggiunto livelli gravi.
Peccato che il sindaco si voglia sempre dimenticare cosa disse poco tempo fa, nel giugno 2016: “Il progetto dell’Alta Velocità che Ferrovie ha voluto fare in tutti i modi, oggi ancor più di ieri, appare inspiegabile: è un grande spreco di denaro pubblico, perché stiamo parlando di un miliardo e mezzo di euro per risparmiare due minuti sulla tratta Roma-Bologna-Milano dell’Alta Velocità”.
Peccato che Nardella dimentichi, o non voglia vedere, che dentro il disastro ci siamo già: le politiche delle infrastrutture toscane sono una serie di fallimenti incredibili: aeroporto (doveva essere inaugurato nel 2017, ora bloccato dal TAR e dalle imponenti mobilitazioni), inceneritori (bloccati dalla rivolta delle popolazioni toscane e da numerose sentenze), il sottoattraversamento TAV, bloccato, oltre che dall’opposizione dei cittadini, da processi di cui ci si vuol dimenticare e da errori progettuali vergognosi; in particolare, come messo in luce più volte dai tecnici che hanno studiato il progetto, lo stesso presenta aspetti critici allo stato INSORMONTABILI da cui Nardella e tutti i Kamikaze protunnel si tengono sempre ben lontani; come dimostra l’avvallo colpevole alla mancata stesura della VIA per la Foster che avrebbe divulgato a tutti l’esistenza di tali problemi. Invocare la realizzazione di un progetto fallito senza affrontare i problemi che hanno di fatto sancito tale fallimento vuol dire voler perpetuare gli enormi sprechi registratisi fin qui.
Vanno avanti i progetti di tranvie nel mugugno della città, abbattendo ogni forma vegetale vivente che si trovano davanti, che risolveranno solo una frazione minima di necessità di trasporto pubblico, ma che stanno battendo ogni record di costi fuori misura.
Nardella, ma come lui anche Rossi, tutto il PD e buona parte delle sedicenti opposizioni di destra, non vogliono capire che il disastro non verrà, c’è già, lo si vede ogni giorno muovendosi a Firenze, guardando dall’alto la cappa di smog che la soffoca.
Se si fossero investite le risorse che sono state gettate al vento – o forse nelle tasche di qualcuno- a progetti sensati basati su una seria progettazione della città, i problemi sarebbero stati risolti da tempo. Si pensi alle centinaia di milioni di euro (800 dixit Nardella) buttate nel buco della Foster: si sarebbe potuto creare una rete fittissima di trasporto pubblico e potenziate davvero le linee ferroviarie del nodo mettendole anche al servizio della città metropolitana.
Inutile ricordare a chi soffre del “mal del calcinaccio” che esiste un progetto quasi ventennale di aggiunta di binari in superficie per creare un vero trasporto metropolitano, che in alternativa si sarebbero potuti comprare ben 2500 bus elettrici a ricarica veloce per inondare Firenze, Pisa, Prato, Pistoia di trasporto pubblico, che si sarebbero potuti ripristinare 5300 appartamenti da destinare soprattutto a chi una casa non ce l’ha.
Inutile, il mal del calcinaccio fa innalzare alte urla e rende incapace di ascoltare la voce di chi propone alternative serie.
Comitato No Tunnel TAV Firenze
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