Prima e dopo…ma noi diciamo:

la Toscana non ha più tempo!

“Da tempo e da più parti si è diffuso un comune sentire: “Non dobbiamo tornare alla normalità, perché la normalità era il problema”. La fotografia, su scala regionale, di questa normalità ce la fornisce il primo Rapporto Regionale sullo Stato delle politiche del paesaggio, redatto nel gennaio 2020.

Tale documento, mai reso pubblico, analizza i risultati degli ultimi 4 anni di pianificazione in Toscana. In conformità alla normativa del PIT, entrato in vigore nel 2015, le scelte politiche avrebbero dovuto mirare alla salvaguardia del territorio, con drastici limiti sia al consumo di suolo, sia allo sfruttamento estrattivistico.

E, invece….

  1. -Il Comune di Lucca ha approvato un Piano attuativo che allarga a dismisura il perimetro urbano, aprendo la via a nuove edificazioni su area precedentemente agricola.
  2. -Il comune di Bagno a Ripoli si appresta a fare altrettanto, sacrificando alla previsione del nuovo Centro Sportivo della AC Fiorentina, terreni agricoli in aree paesaggisticamente vincolate.
  3. – I piani di bacino per l’attività estrattiva nelle Apuane prevedono un’escavazione, nei prossimi anni, di 40 milioni di tonnellate di marmo.
  4. –  La Val di Cornia è destinata a diventare il primo bacino di escavazioni minerarie in Toscana, con oltre 250 ettari di territori collinari occupati.
  5. – Sono state implementate le fonti energetiche rinnovabili, decisamente un’auspicabile alternativa alle tradizionali fossili, ma con criteri di realizzazione e modalità attuative che spesso si pongono in contrasto con la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio agricolo e forestale:
  • L’espansione della geotermia, che si vuol realizzare ben oltre gli equilibri già raggiunti, nella zona dell’Amiata ed in Val di Cecina,
  • Lo sviluppo degli impianti eolici, con la realizzazione, appena l’anno scorso, di torri alte 180 mt lungo la costa nel comune di Piombino, per fornire energia all’industria siderurgica, che però ormai è spenta, mentre è in discussione il progetto di un impianto di 8 torri sui crinali del Mugello, nei Comuni di Vicchio e Dicomano, con torri alte 120 mt, in barba alla pericolosità sismica ed alla fragilità geomorfologica dell’area.
  • a realizzazione di impianti a biomasse, che se ben calibrati  sono idonei a smaltire il prodotto di un’ordinaria manutenzione e pulizia dei boschi, ha avuto invece l’effetto perverso di alimentarne spesso il taglio indiscriminato.
  • Si è attuata la sistematica distruzione della flora (e della fauna) ripariale, lungo l’Arno, l’Ombrone, l’Arbia, il Trezza, il Cecina ad opera delle ditte private a cui i vari Consorzi di Bonifica Regionali hanno concesso di tagliare tutto ciò da cui si possa ricavare profitto, anche solo come cippato.

A ciò si aggiungono i numerosi progetti infrastrutturali impattanti, insostenibili e per lo più privi di vera utilità, come:

  • Il nuovo aeroporto di Peretola (nonostante l’ultima sentenza del Cons. di Stato abbia definitivamente cassato, perché contra legem, il procedimento amministrativo svoltosi in questi anni).
  • La possibile riapertura dei cantieri TAV, per il sotto attraversamento dell’A.V., con 2 tunnel di 7,5 Km ed una mega stazione sotterranea (la Foster) ai Macelli.
  • L’ampliamento dell’Autostrada A1 da Firenze sud a Incisa che distruggerà la Valle dell’Isone; la strada provinciale dì Rosano con i 2 ponti di attraversamento dell’Arno a Vallina; il corridoio tirrenico, da Capalbio a Cecina.  ECC…ECC…
  • L’avvio del procedimento per l’autorizzazione della ripartenza dell’inceneritore di Scarlino.

Di fronte alla pandemia che ha disvelato la fragilità e l’inconsistenza di un sistema economico, quello neoliberista, basato sullo sfruttamento infinito delle risorse naturali, e motore di diseguaglianze ed ingiustizie sociali, non possiamo più accettare il proseguimento dei programmi di sviluppo economico ricordati.

Bisogna avere il coraggio di pianificare in modo alternativo, anche con scelte di finanza locale degli Enti territoriali che potrebbero essere basate, anziché sul pareggio di bilancio, sul pareggio ecologico e sociale.  Mai come ora la pianificazione economica deve puntare sulla sostenibilità ambientale, sul rispetto e la salvaguardia del nostro eco-sistema,

Ricordiamoci che ECONOMIA – OIKOS NOMOS-  significa: le regole della “casa”, cioè del contesto in cui l’uomo, le persone vivono’, in un sistema di interdipendenza.

L’unica economia “sana” è quella che fa “fiorire” entrambi.”

Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio

Italia Nostra Sez. Firenze