abbandonare il progetto TAV e realizzare opere utili

per il bene di Firenze e dei lavoratori

COMUNICATO STAMPA, Firenze, 30 aprile 2019

Il Comitato No Tunnel TAV di Firenze legge con prudente soddisfazione la notizia che il progetto TAV fiorentino è rimasto escluso dall’elenco dei cantieri, la cui riapertura, dovrebbe consentire ad alcune controllate di Condotte SpA di potersi salvare.
Soddisfazione perché si conferma quanto il Comitato aveva già espresso in passato al Ministero, cioè che il progetto di sottoattraversamento di Firenze ha troppe incongruenze progettuali per poter essere realizzato e che sarebbe un grave onere per l’impresa che se lo accollasse.

Prudenza perché il progetto non è definitivamente liquidato; questo fatto permette una emorragia economica enorme, i cantieri fermi costano, soprattutto quelli dove sono noleggiate infrastrutture importanti come la fresa che giace inerte a Campo Marte: questa, per fare un esempio, tutte le settimane viene attivata e monitorata in remoto dalla Germania e, se qualcosa non risponde esattamente ai parametri previsti, parte una squadra, sempre dalla Germania, per controllare la macchina.
Prudenza perché la mancata chiusura del cantiere tiene ancora questa spada di Damocle sulla città, bloccando, tra l’altro, un ripensamento razionale del servizio ferroviario del nodo e paralizzando lo sviluppo del trasporto regionale e la nascita di un efficiente servizio di treni suburbani; ricordiamo che forse il principale problema di mobilità a Firenze è dato dall’enorme massa di pendolari che si riversano in città ogni giorno e non hanno alternativa al mezzo privato.
Il Comitato è anche profondamente indignato nel leggere sulla stampa che opere necessarie a Firenze sono bloccate dal mancato avvio dei lavori TAV; ci si chiede come sia possibile, in un paese civile, che opere importanti come il riassetto viario, la creazione di una passerella a San Donnino, la realizzazione di barriere antirumore siano vincolate alla realizzazione di un progetto inutile e dannoso per la città.
Questo supino atteggiamento di accettazione della volontà delle Ferrovie dello Stato e dei costruttori da parte della politica toscana è un chiaro segno della degenerazione culturale che ormai attanaglia tutto il paese. Se si realizzassero le opere utili alla città, bloccate ora dal ricatto, si creerebbero molti più posti di lavoro di quei pochi che sarebbero necessari a seguire una talpa nelle viscere di Firenze.

P.S. Il Comitato ci tiene anche a fare alcune precisazioni sull’interessante articolo pubblicato oggi sul Corriere Fiorentino a firma di Marzio Fatucchi:
1) al Comitato risulterebbe che la Lega fiorentina sia contraria al sottopasso;
2) lo sferragliare dei treni in superficie nella zona del Romito non esiste da 20 anni, ma da circa un secolo, cioè da quando sono state realizzate quelle linee, continuerebbe anche se le frecce andassero sotto terra perché i treni molto rumorosi sono quelli che trasportano merci. Barriere antirumore si possono istallare in pochi mesi. Un noto trasportista disse che se le barriere antirumore fossero realizzate in argento massiccio e foderate da pelle di leopardo costerebbero meno di una galleria. Forse questo è il problema (chiedendo scusa ai poveri leopardi).

Comitato No Tunnel TAV Firenze