Cronache dal saccheggio urbanistico

nel paese delle «cento città»

di Alberto Ziparo, il manifesto, 16 febbraio 2017

Le città italiane oggi mostrano chiari i lasciti delle incerte e contraddittorie politiche economiche ed urbanistiche del recente passato: dai tentativi di sviluppo metropolitano alla finanziarizzazione dei valori urbani. Nell’ambito di dinamiche comuni che vanno delle lacerazioni di tessuti urbani e sociali alla problematica scelta di estetiche architettoniche, al degrado ambientale dovuto al consumo del suolo e a operazioni «anomale», ricadute locali di interessi globalizzati. È quanto Ilaria Agostini e Piero Bevilacqua ci raccontano nel volume Viaggio in Italia. Le città nel trentennio neo-liberista, manifestolibri, pp.160; con il contributo di molti altri studiosi (da Alberto Magnaghi a Paolo Berdini, da Franco Arminio a Tonino Perna e molti altri). Si ripercorrono le forme odierne delle «cento città» italiane, osservandole pure «secondo competenze disciplinari e prospettive diverse».

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La lezione del Partenone: c’è chi dice no

di Tomaso Montanari, Repubblica Firenze, 16 febbraio.

Ieri le agenzie hanno battuto una notizia che riconcilia con l’umanità: la Grecia ha detto no alla Gucci, che aveva chiesto di realizzare, e filmare, una sfilata di moda sull’Acropoli. Il particolare che rende clamorosa questa notizia è che la Gucci aveva offerto in tutto 56 milioni di euro (tra affitto e diritti televisivi). Come ogni fiorentino immediatamente comprende, questa notizia ci riguarda: anzi, parla di noi. Non solo perché la Gucci è fiorentina: ma perché è fiorentinissima, purtoppo, la mentalità che ha indotto la griffe ad avanzare quella richiesta.

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A Firenze come a Roma:

prima lo stadio, poi l’urbanistica

di Ilaria Agostini, su Eddyburg, 16 febbraio

Un nuovo stadio. E a fianco una Cittadella Viola che fa gonfiare volumetrie e proventi. Metri cubi da costruire in project financing nei pressi dell’aeroporto in espansione (quello di Carrai e Eurnekian) che, a sua volta, scalza una vecchia lottizzazione oggi in mano alla Unipol. In un clima di land grabbing all’argentina. Tutto, o quasi, fuori dalla pianificazione generale.
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