Binari in più per i treni?

Eccoli, in superficie

le cureCOMUNICATO STAMPA COMITATO NO TUNNEL TAV

Una piccola delegazione del comitato No Tunnel TAV di Firenze, con l’assistenza dell’ingegner Vincenzo Abruzzo e del professor Giorgio Pizziolo, ha condotto una breve visita nei Giardini dell’Orticultura accanto ai quali passano i binari della linea da Firenze Campo Marte a Firenze Santa Maria Novella.
È stato mostrato visivamente come ci sia la possibilità di realizzare un altro binario (il quinto) accanto a quelli esistenti con lavori certamente importanti, ma molto meno invasivi che non scavando tunnel in area urbana. L’allargamento di una galleria di poche decine di metri sotto la via Bolognese e il sacrificio di pochi piccoli annessi privati sarebbero ripagati dalla velocità di realizzare l’opera con costi molto contenuti. Se si volesse realizzare un sesto binario accanto ai due binari della linea da Campo Marte a Firenze Rifredi si avrebbe il sacrificio di un paio di edifici vicino alle Cure e la necessità di un tunnel, accanto a quello esistente, di 480 metri di lunghezza; non si avrebbero impatti sulla falda né rischi di cedimenti non essendoci terreni alluvionali.
La semplicità ed efficacia di questo progetto è nota ormai da 16 anni, ma la politica fiorentina ha voluto tenere gli occhi ermeticamente chiusi sull’elegante semplicità di un progetto che cerca di essere il meno invasivo possibile basandosi soprattutto sul riuso di quanto esistente.
Statuto come fermata per i treni a lunga percorrenza avrebbe il vantaggio di essere vicina a Santa Maria Novella (raggiungibile con un tapis roulant o con treni regionali), vicina alla Fortezza da Basso e molto centrale, il terrapieno sotto di essa sarebbe facilmente scavabile per realizzare servizi di fermata bus e taxi e collegare le parti di città attualmente separate dalla ferrovia. Gli edifici adesso abbandonati dell’ex deposito locomotori potrebbero essere riutilizzati per servizi ai viaggiatori.
L’ottenimento di un fascio di sei binari tra Firenze Campo Marte da una parte e Santa Maria Novella e Rifredi dall’altra consentirebbe non solo una linea dedicata all’alta velocità, ma due binari per il servizio dei treni regionali e due binari per un servizio di metrotreno urbano con fermate alle Cure, all’Orticultura, a Statuto per poi collegarsi a Santa Maria Novella e al restante servizio ferroviario toscano e nazionale.
Una proposta semplice, fattibile davvero in poco tempo (due anni con cantieri normali, cioè gestiti come appalti tradizionali senza la presenza di soggetti criminogeni come il general contractor) che è stata ottusamente e colpevolmente ignorata dalla politica ufficiale fiorentina e toscana.
L’eleganza e la modernità di questo progetto (che si basa sul riutilizzo e perciò è molto attento agli aspetti ambientali e ai cambiamenti climatici)  cozza contro le fantasmagoriche dichiarazioni politiche che si susseguono in questi giorni su minitunnel, stazioni sotterranee sotto Santa Maria Novella, tunnel senza stazione; ciò nasconde solo lo scoramento di chi vede venti anni delle proprie politiche dei trasporti a Firenze naufragare sotto l’IMPOSSIBILITÀ di realizzare i due tunnel previsti dal proprio progetto adesso felicemente abbandonato.
Una ultima notazione che ci sembra però quella più politicamente rilevante: l’ottuso silenzio di Regione, Comune, Partito Democratico, sindacati confederali su questa ipotesi di superficie ci pare il sintomo di una profonda crisi della democrazia; quando si ignora con accanimento ciò che la cittadinanza attiva elabora e propone, allora davvero c’è da chiedersi dove stia andando la politica.

Comitato No Tunnel TAV Firenze

Firenze, 27 luglio 2016