Piano paesaggistico: dopo le osservazioni

Untitled-1le risposte approvate dalla Giunta regionale

Tre comunicati da http://www.toscana-notizie.it/:

Marson, Rossi, Salvadori.

Vedere anche la rassegna stampa.

Marson sul piano paesaggistico: “Lavoro confermato e migliorato”

5 dicembre 2014.  Scritto da Lorenza Pampaloni

FIRENZE – “Con l’approvazione da parte della Giunta della risposta alle osservazioni pervenute l’impianto del Piano paesaggistico ne esce confermato. Le modifiche apportate in recepimento delle osservazioni sono state l’occasione per migliorare i singoli contenuti, chiarendoli e precisandoli ove necessario anche per non dare luogo a interpretazioni incoerenti e per renderne più efficace l’applicazione”.

Lo ha affermato oggi l’assessore Anna Marson, presentando i risultati del lavoro svolto dopo l’adozione del Piano da parte del Consiglio regionale. “Abbiamo esaminato con grande attenzione tutte le osservazioni pervenute, accogliendo tutte quelle pertinenti e coerenti con le finalità del Piano paesaggistico. Abbiamo migliorato complessivamente le sue argomentazioni, con particolare riguardo alle analisi di livello regionale e alle descrizioni dei venti ambiti in cui è suddiviso il territorio regionale, affinando i dispositivi normativi”.

Sono state in tutto 605 le osservazioni pervenute, che hanno riguardato in grande prevalenza gli aspetti della perimetrazione e della disciplina dei beni vincolati ai sensi del Codice nazionale del paesaggio e le relazioni tra il Piano paesaggistico e le attività economiche, ma anche i temi della semplificazione e della partecipazione.

“La discussione che si è sviluppata nel complesso intorno al Piano – ha detto ancora Marson – ritengo che dia un contributo importante alla questione del rapporto tra paesaggio e attività economiche, agricoltura compresa. Il tema del paesaggio rispetto alle attività agricole, in particolare, è un tema che sta diventando centrale anche rispetto alle politiche europee e nazionali. In questo caso la Regione Toscana può dire di avere già avuto modo di approfondire l’argomento”.

Rispetto all’esigenza di semplificazione espressa da molto interlocutori, l’assessore Marson ha ricordato i risultati conseguiti in sede di concertazione istituzionale con il Ministero. Gli elementi di semplificazione, in coerenza con il piano adottato, sono infatti il contenuto di un’intesa sottoscritta il 28 ottobre 2014 presso il Mibact. Nello specifico si tratta di 32 interventi – all’interno di aree riconosciute come gravemente compromesse e degradate a seguito di una procedura coordinata tra Regione e Mibact – che non richiedono più il rilascio della autorizzazione paesaggistica, in quanto volti alla riqualificazione dell’edificato esistente. Sono però esclusi i centri storici. Una ulteriore semplificazione riguarda le aree di pertinenza fluviale, di laghi, fascia costiera e boschi, per i quali sia verificata, in base a una ricognizione coordinata di Regione e Mibact, la non sussistenza del valore paesaggistico. All’interno di queste ultime aree qualsiasi intervento non dovrà più essere dunque sottoposto a autorizzazione paesaggistica.

Quanto ai rilievi ricorrenti in merito alle modalità di informazione, comunicazione e partecipazione che il piano ha adottato per la propria formazione, l’assessore fa presente che il Piano è stato costruito con un coinvolgimento di cittadini e amministrazioni locali assai più esteso di quanto non preveda la legislazione toscana vigente. Sono stati tenuti circa 70 incontri fra il marzo del 2013 e il giugno del 2014 con enti locali, associazioni di categoria, di cittadini, associazioni culturali e ambientaliste in tutti gli ambiti in cui si articola il paesaggio toscano. Il Piano è stato altresì presentato nella sua impostazione e discusso nelle sue scelte anche in due serie di incontri nei diversi territori tra l’estate del 2012 e la primavera del 2013 che hanno consentito una serie di approfondimenti tematici con le amministrazioni e le popolazioni direttamente interessate.

Piano paesaggistico, Rossi: “Superate le incomprensioni, ora c’è accordo con gli agricoltori”

5 dicembre 2014.  Scritto da Laura Pugliesi

FIRENZE – Sul Pit, il Piano paesaggistico della Toscana, ora c’è accordo fra la Regione e le organizzazioni rappresentative degli agricoltori: Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Legacoop Agroalimentare e Confcooperative.  “Sono state superate positivamente le incomprensioni e gli equivoci che erano emersi  dopo l’adozione del piano da parte del Consiglio Regionale”.

Lo ha detto il presidente Enrico Rossi, dopo che si sono svolti incontri con gli assessori Marson e Salvadori e diverse riunioni con tecnici sia della Regione che delle organizzazioni agricole. “E’ stato un lavoro proficuo – ha sottolineato il presidente – che ha portato a superare le divergenze dopo una lunga serie di confronti, anche serrati, sulle previsioni che avevano dato luogo alle incomprensioni, e che si sono concretizzate in specifiche osservazioni da parte delle associazioni degli agricoltori”.

“Le modifiche che saranno introdotte nel testo in risposta alle osservazioni – ha spiegato Rossi –  consentiranno di migliorare e qualificare ulteriormente il piano paesaggistico, eliminando ogni fraintendimento sulla natura delle disposizioni e sugli obiettivi di valorizzazione dell’agricoltura che vogliamo perseguire. Grazie a queste modifiche il Pit riuscirà a valorizzare ancora meglio  il  ruolo dell’agricoltura, soprattutto sul piano della multifunzionalità, che oggi viene enfatizzato dalle politiche europee e si riuscirà ad ottenere anche uno snellimento delle procedure, che andrà a beneficio di tutti. E’ un lavoro impegnativo. Ringrazio per questo tutti coloro (assessori, tecnici e organizzazioni agricole), che con il loro lavoro hanno consentito di approfondire in modo proficuo il merito delle osservazioni”.

Ecco i punti principali del Piano paesaggistico che valorizzano il settore agricolo:

  • Tutela del territorio agricolo contro l’eccessiva urbanizzazione – Il  piano contiene misure volte a evitare il consumo e la frammentazione del territorio agricolo, sia in collina, sia in pianura e a fondovalle, per opere di urbanizzazione non agricole. Questo darà  nuove possibilità di sviluppo anche all’agricoltura periurbana.
  • Recupero delle aree già agricole ricolonizzate da arbusteti o boschi – Con la revisione della definizione di bosco, e della conseguente tutela paesaggistica imposta dalle norme statali, sarà  possibile il recupero di aree ex agricole invase dal bosco negli ultimi decenni, dando così impulso allo sviluppo dell’agricoltura e dando opportunità anche ai giovani ‘senza terra’ che vogliono dare avvio ad imprese agricole.
  • Qualità dei paesaggi rurali – Il piano paesaggistico rivolge una nuova attenzione alla qualità dei paesaggi rurali. Potranno essere promossi specifici “progetti di paesaggio” per i diversi territori rurali, per  garantire un’immagine coerente dei luoghi, con procedure semplificate per le trasformazioni che vanno in questa direzione.
  • Osservatorio regionale per il paesaggio – Un osservatorio regionale per il paesaggio, che sarà articolato sul territorio, garantirà  la possibilità di valutare tutte le questioni che dovessero presentarsi in futuro, promuovendo anche eventuali  integrazioni o modifiche. Sarà questo uno strumento importante perché il piano possa configurarsi nel tempo come strumento di valorizzazione reciproca fra paesaggio e agricoltura.

“Con la rielaborazione della disciplina di piano che stiamo portando a termine – ha concluso Rossi –  vengono definiti meglio i caratteri, le finalità ed i limiti delle diverse disposizioni e si  forniscono  indicazioni chiare agli Enti di pianificazione.  Il lavoro in corso ha l’obiettivo di evidenziare più chiaramente – ha sottolineato ancora il presidente –  il valore essenziale della buona agricoltura come componente primaria del paesaggio ed argine fondamentale ai fenomeni di abbandono e  di consumo di suolo”.

“In questo quadro inoltre – ha aggiunto Rossi –  viene sciolto ogni dubbio su una delle principali richieste del mondo agricolo, ossia  che non possono esserci interferenze nelle scelte colturali delle imprese agricole da parte degli strumenti di pianificazione territoriale e paesaggistica, fatti salvi, naturalmente,  i casi specifici previsti dal Codice del paesaggio”.

“Entro la fine della legislatura, grazie all’approvazione definitiva  del Piano e alla nuova Legge sul governo del territorio – ha concluso il preseidente Rossi –  porteremo a termine un lavoro che pone la  Toscana all’avanguardia nelle politiche di difesa del territorio, contro un degrado le cui conseguenze sono sotto gli occhi di tutti e riusciremo a coniugare tutela e sviluppo, regole certe e semplificazione, salvaguardia del paesaggio  e valorizzazione economica, a partire dall’agricoltura”.

Salvadori: “Agricoltura competitiva e sostenibile con ambiente e paesaggio”

5 dicembre 2014.  Scritto da Laura Pugliesi

FIRENZE – “Il lavoro che abbiamo fatto sarà utile alla Toscana, perchè sancisce in maniera chiara e definitiva, che l’agricoltura deve essere, contemporaneamente, competitiva e sostenibile con l’ambiente e il paesaggio. Questo è un indirizzo strategico per l’agricoltura che viene individuato anche attraverso il Pit “. Così l’assessore all’agricoltura e foreste, Gianni Salvadori, ha commentato oggi pomeriggio il lavoro che è stato fatto in relazione al Pit, il piano paesaggistico della Toscana.

 

Salvadori ha sottolineato come sia stato un lavoro che ha “coinvolto la giunta nel suo complesso” ed ha invitato a leggere il Pit in combinato con la legge 65/2014, la nuova legge urbanistica, annunciando anche una modifica, che verrà portata in giunta entro un paio di settimane, al regolamento forestale. “Questo permetterà – ha spiegato sul punto – di non dover chiedere, fra l’altro, autorizzazioni paesaggistiche (ex lege Galasso) per riportare all’agricoltura le aree che erano state abbandonate negli ultimi decenni e invase dal bosco.”

 

Salvadori ha poi esemplificato alcune delle migliorìe apportate grazie al lavoro congiunto che ha coinvolto anche le associazioni agricole.

“I regolamenti urbanistici della stragrande maggioranza dei Comuni a vocazione viticola – ha detto – finora chiedevano a chi volesse impiantare un vigneto di ottenere il permesso a costruire, ora è stato stabilito per legge che questo non sarà più necessario, se non vi sono altre norme vincolanti specifiche in quel territorio. In questo modo abbiamo risolto, in maniera definitiva, le prassi a volte vessatorie, che venivano imposte.”

 

Infine Salvadori ha precisato che la nuova normativa spiegherà in maniera chiara, senza equivoci, a quali soggetti sono indirizzate le previsioni del Piano. “Sono elencate chiaramente, in un articolo che ora è il 3 bis della disciplina d’uso– ha detto – quello che in questi mesi abbiamo definito la gerarchia delle fonti.” Salvadori ha ribadito i ringraziamenti “per questo provvedimento, che è decisivo per la Regione Toscana” a “tutti coloro che vi hanno lavorato in questi mesi, ed in particolare alle associazioni agricole.”