MONTE ARGENTARIO Si progetta ex-novo un “centro urbano” ad personam

argentario-golf-resort-spa-porto-ercole_250820131352062525AMPLIAMENTO GOLF RESORT – TERRA ROSSA,

37.000 metri cubi di nuove volumetrie, l’ampliamento dell’albergo per 40 posti letto, 34  nuovi alloggi (seconde case vuote per la maggior parte dell’anno), un nuovo “centro urbano” di Terra Rossa inventato per l’occasione in pieno territorio aperto: operazioni che  si vorrebbero “legittimare” attraverso varianti al Piano Strutturale e al Regolamento Urbanistico. Tutte volumetrie peraltro che sarebbero sottratte al dimensionamento (capacità insediativa) del Piano Strutturale e alle residenze stabili. L’operazione immobiliare investe un’area vastissima, con un’esagerata volumetria, in un territorio già profondamente modificato e dove la strategia continua ad essere quella delle seconde case e della cementificazione dissennata, mentre un futuro sostenibile è legato alla tutela e allariqualificazione del patrimonio esistente. Questa la sintesi del “progettone” sponsorizzato dal Sindaco e dalla Giunta di Monte Argentario. Una speculazione edilizia forse sostanzialmente immobiliare di cui l’Argentario  non ha assolutamente bisogno.

Sulla base di queste valutazioni fondamentali, la Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio, il Comitato Terra di Maremma, Legambiente, il WWF, il Comitato per la Bellezza, Movimento Ecologista, si riservano di inviare osservazioni a termini di legge alla  Regione Toscana, alla Provincia di Grosseto e al Comune di Monte Argentario, esprimendo la propria motivata opposizione a questa scellerata operazione che appare ancor più anacronistica considerando che la Regione Toscana sta aggiornando e modificando profondamente la Legge per il governo del territorio, il Piano di Indirizzo Territoriale e il Piano Paesaggistico secondo i criteri più aggiornati di sostenibilità territoriale, urbanistica e paesaggistica.

 

Alberto Asor Rosa, Valentino Podestà, Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio, Comitato Terra di Maremma

Angelo Gentili, Legambiente

Angelo Properzi, WWF

Vittorio Emiliani, Vezio De Lucia, Comitato per la Bellezza

Gianni Mattioli, Movimento Ecologista

 

Rassegna Stampa

10 – 25 ottobre 2013

consiglio comunale notturnoAeroporto di Firenze: come andrà a finire tra Regione e Enac?

La Regione, le grandi opere e la partecipazione

I COMITATI

SEGNALAZIONI

In Val di Cornia il diritto di accesso agli atti è carta straccia

PastedGraphic-2Recentemente il Comitato per Campiglia, ha richiesto di prendere visione di documenti nei Comuni di Campiglia Marittima, San Vincenzo e Piombino.

A Campiglia è stata richiesta copia delle numerose Convenzioni firmate tra Comune e Lottizzatori degli edifici davanti alla Stazione (tutti atti pubblici), nonché di un disegno relativo al progetto esterno della stazione (progetto pubblico).

A San Vincenzo è stato richiesto di vedere il progetto dei parcheggi e viabilità (pubblici) da realizzare con gli oneri incassati dal Park Albatros e il primo progetto approvato nella Tenuta di Rimigliano.

A Piombino è stato chiesto di prendere visione della progetto della R.T.A. di Salivoli e il relativo certificato di agibilità.

Le motivazioni dichiarate dal Comitato nelle richieste sono state di Studio dei fenomeni di trasformazione del territorio e di Studio sulle RTA in Val di Cornia, in conformità agli scopi dello Statuto del Comitato che è stato allegato alle richieste.

Per tutte le richieste è stato formulato un parere negativo, in tutto o in parte, o dilazionatorio.

Campiglia, ha motivato il diniego dicendo che per le avere le copie occorre avere un “interesse per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti”, dimenticando che i documenti li aveva già forniti per consultazione al Comitato stesso poche settimane prima.

San Vincenzo ha motivato il diniego dichiarando che occorre prima dimostrare di avere “un interesse Diretto, Concreto e Attuale” in generale, e in particolare per il Park Albatros ha dichiarato che questo ha dato parere negativo (in merito ad opere pubbliche) perché il Comitato si deve interessare di Campiglia e non di San Vincenzo.

Piombino ha dichiarato l’accessibilità al progetto di Lottizzazione e Convenzione della RTA, ma non al certificato di agibilità perché non si può accedere ad atti depositati in Comune se non soggetti a pubblicazione e occorre “dimostrare la titolarità di un interesse giuridicamente protetto”.

Il comma 2 dell’art. 22 della legge 241/1990 modificato dall’art. 10 comma 1 della legge 69/2009 recita: L’accesso ai documenti amministrativi, attese le sue rilevanti finalità di pubblico interesse, costituisce principio generale dell’attività amministrativa al fine di favorire la partecipazione e di assicurarne l’imparzialità e la trasparenza. Inoltre il comma 3 della L. 241/90 recita : Tutti i documenti amministrativi sono accessibili, ad eccezione di quelli indicati all’articolo 24, commi 1, 2, 3, 5 e 6.(non è il nostro caso).Infine all’art. 22 della Legge 241/90 viene specificato che l’accesso è consentito per tutti i documenti amministrativi intendendo per questi: ogni rappresentazione grafica, fotocinematografica, elettromagnetica o di qualunque altra specie del contenuto di atti, anche interni o non relativi ad uno specifico procedimento, detenuti da una pubblica amministrazione e concernenti attività di pubblico interesse, indipendentemente dalla natura pubblicistica o privatistica della loro disciplina sostanziale.

Alla luce delle risposte date, è evidente la volontà dei Comuni della Val di Cornia interpellati, di rendere inaccessibili i documenti amministrativi impedendo la partecipazione, l’imparzialità e la trasparenza dell’attività amministrativa per tutti i cittadini che evidentemente devono essere governati all’insaputa di tutto.

Questo fenomeno è inaccettabile in un paese che si dice democratico, ma purtroppo non meraviglia più di tanto alla luce del comunicato del M5S Campiglia-Venturina pubblicato su Corriere Etrusco. Questo rivela infatti che al 2-10-2013, nella classifica dei siti di tutti gli Enti Locali italiani redatta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per misurare la trasparenza dei siti web delle Pubbliche Amministrazioni riguardo informazioni, consulenti, assenteismo, documenti di bilancio, pagamenti, servizi erogati, performance, società partecipate ecc., Campiglia Marittima si attesta all’ultimo posto non rispettando nessuno dei 65 indicatori da rispettare, e, aggiungiamo noi, con Campiglia, alla fine di questa classifica in buona compagnia di Campiglia troviamo proprio San Vincenzo e Piombino.

Questa situazione è già stata denunciata alla Presidenza della Regione Toscana e al Garante Regionale della Comunicazione perché, alla luce della stessa legge regionale 9/2013, si provveda ad eliminare queste limitazioni improprie al diritto di accesso.

Nel caso poi che i Comuni interpellati rifiutassero di fornire quanto richiesto, il Comitato per Campiglia provvederà ad informare la Magistratura.

Campiglia Marittima 24-10-2013

Toscana felix

Felix-nel-parco-delle-piscinedi VEZIO DE LUCIA, su Eddyburg, 13 Ottobre 2013.

Finalmente una buona notizia per l’urbanistica italiana. Viene dalla Toscana ma dovrebbe avere riflessi positivi per l’intero Paese.

Mi riferisco alla proposta di riforma della legge urbanistica approvata nei giorni scorsi dalla Giunta regionale.

Si tratta di un provvedimento ampio e complesso, ben 226 articoli, che:

  • riorganizza le procedure e le regole relative all’informazione e alla partecipazione (rafforzando i poteri d’intervento regionali);
  • istituisce il monitoraggio dell’esperienza applicativa della legge e della sua efficacia;
  • introduce il suggestivo concetto di «patrimonio territoriale»;
  • valorizza la pianificazione di area vasta; immette le politiche abitative fra i contenuti della pianificazione urbanistica;
  • rafforza le regole di prevenzione e mitigazione dei rischi sismici e idrogeologici;
  • valorizza l’attività agricola e il mondo rurale;
  • corregge il lessico (il «regolamento urbanistico» diventa più correttamente «piano operativo»);
  • riduce i tempi della pianificazione (gli attuali 6 anni in media per i piani comunali dovrebbero ridursi a 2);
  • adegua la legislazione regionale al Codice del paesaggio.

Sono tutti importanti contenuti sui quali avremo occasione di tornare. Ma la svolta dirompente riguarda le norme che inibiscono il consumo del suolo, e soprattutto su di esse si sta concentrando la discussione. Nel presentare la proposta insieme all’assessore Anna Marson, il presidente Enrico Rossi ha dichiarato: «Tracciamo una linea netta tra territorio urbanizzato, in cui concentrare l’attività edilizia, soprattutto promuovendo riuso e riqualificazione, e territorio rurale, in cui non saranno consentite nuove edificazioni residenziali». Ed è esattamente questa la novità che più di ogni altra caratterizza e qualifica la proposta. La cui elaborazione è partita dall’analisi critica delle norme vigenti: in effetti, dal 1990 la Toscana è dotata di precetti volti a contenere il consumo del suolo, la legge vigente (n. 1/2005) prevede che «nuovi impegni di suolo a fini insediativi e infrastrutturali sono consentiti esclusivamente qualora non sussistano alternative di riutilizzazione e riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti» (art 3). Ma soprattutto a causa della carenza di verifiche e di piccole furbizie, la norma non ha impedito il dilagare incontrollato dell’urbanizzazione.

Per rendere davvero efficace la riduzione al minimo del consumo del suolo (obiettivo tenacemente sostenuto dall’assessore Marson) il nuovo disegno di legge (art. 4) introduce la rigorosa perimetrazione del territorio urbanizzato. In sostanza, il territorio di ogni comune è diviso in due parti: quella urbanizzata e quella rurale. All’interno del territorio urbanizzato deve essere concentrato ogni nuovo intervento di nuova edificazione o di trasformazione urbanistica. All’esterno del territorio urbanizzato non sono mai consentite nuove edificazioni residenziali. Sono invece possibili limitate trasformazioni di nuovo impianto per altre destinazioni, solo se autorizzate dalla conferenza di pianificazione di area vasta (alla quale partecipa la Regione) cui spetta di verificare che non sussistano (anche nei comuni limitrofi) alternative di riuso o riorganizzazione di insediamenti e infrastrutture esistenti. Finisce la stagione degli ecomostri e delle villette a schiera.

Meglio di così mi pare impossibile. Il pregio della proposta toscana si coglie appieno confrontandola con le proposte di legge per il contenimento del consumo di suolo presentate in Parlamento negli ultimi tempi: sono finora ben 13 (8 alla Camera e 5 al Senato), presentate dal governo e da quasi tutte le forze politiche. I dispositivi previsti sono in genere molto complicati, certe volte bizzarri, o addirittura controproducenti: anche di questo tratteremo in altra occasione. Mi sembra solo importante ricordare che mentre in tutte le sedi ci si affanna a proporre nuove leggi nazionali, giace dimenticata una buona legge, misteriosamente approvata all’inizio del 2013 (n. 10, «Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani»), che rappresenta una base più che sufficiente per avviare, se non altro in via sperimentale, politiche nazionali e locali di contenimento del consumo di suolo. Ma nel nostro Paese, com’è noto, alla gestione delle politiche si preferisce generalmente la scorciatoia di una nuova legge. È meno faticoso e dà più visibilità.

In conclusione mi permetto di suggerire al presidente Rossi e all’assessore Marson che, mentre si avvia il dibattito in Consiglio regionale, si attivino per far conoscere al meglio su scala nazionale la loro proposta di riforma, rivendicando consapevolmente il primato della Toscana nei temi del consumo del suolo.