Dalla parte del territorio

Convegno nazionale

Firenze, 24 marzo 2012

La Rete dei comitati per la difesa del territorio organizza un convegno nazionale che avrà per oggetto il caso toscano, visto non solo come luogo di vertenze e di tensioni critiche, ma anche come occasione per rilanciare proposte progettuali, proposte che siano in grado di configurare nel loro insieme un progetto integrato per una conversione ecologica della regione.

CONVEGNO NAZIONALE SUL CASO TOSCANO

Il titolo del convegno, che in un primo momento doveva essere un generico “territorio bene comune”, si è in seguito precisato nella formula DALLA PARTE DEL TERRITORIO: in questo modo vogliamo mettere in primo piano il ruolo del territorio, nelle sue componenti ecologiche, culturali, abitative e produttive, rispetto agli interessi economici e finanziari che presiedono alle scelte insediative e infrastrutturali.
Lo spirito della Rete, nella sua esperienza quinquennale, vede infatti nei saperi contestuali espressi dalle manifestazioni di cittadinanza attiva, presenti nelle singole vertenze, le competenze necessarie a costruire un progetto integrato per il futuro della Toscana: un progetto che, partendo dalla centralità del territorio, dell’ambiente e del paesaggio, rimodelli le modalità di produzione della ricchezza in forme durevoli e sostenibili.
Questa è la sfida: in un momento storico in cui siamo impegnati a ragionare sulle strategie di uscita in avanti dalla crisi, diventa essenziale riuscire a capitalizzare saperi, esperienze di anni di mobilitazione per la difesa del territorio, in un progetto che alluda pienamente ad un programma di generale di trasformazione socioeconomica e territoriale.

Lo sforzo progettuale deve riguardare le modalità di gestione dei beni comuni (in primis, territorio, ambiente e paesaggio), che devono superare la storica contrapposizione fra pubblico (burocratico, inefficiente) e privato (finalizzato al profitto, con aumento dei costi e riduzione della qualità dei servizi), verso la sperimentazione di forme di gestione sociale dei beni stessi. L’orizzonte di questa trasformazione comporta il rafforzamento delle società locali per consentire loro di svincolarsi dalle reti globali della finanza e della tecno-scienza, per procedere verso nuove forme di sostenibilità ambientale, sociale, culturale.
È possibile, ci chiediamo, pensare la Toscana del dopo crisi come un laboratorio innovativo di “ritorno al territorio” anziché un banale (e improbabile) ritorno del PIL ai valori ante 2007 come propone anche oggi il Piano Regionale di Sviluppo? Sarà opportuna, in sede di convegno, una riflessione puntuale sull’evoluzione del “modello toscano” nei programmi e nelle politiche regionali negli ultimi decenni: dai distretti alle piattaforme logistiche e infrastrutturali, fino all’attuale revisione del Piano di Indirizzo Territoriale.
Nel documento preparatorio, che circola da alcuni mesi fra i comitati toscani e non, sono stati indicati alcuni temi propositivi più specifici:
• riqualificare i sistemi fluviali (Arno in primis), integrando progetti idraulici con la qualità ecologica, paesaggistica, fruitiva delle riviere e degli stessi corsi d’acqua per restituire centralità ai paesaggi fluviali dimenticati;
• restituire valore funzionale, culturale e artistico alle piccole e medie città storiche della Toscana e alle loro reti policentriche (funzionali e infrastrutturali);
• valorizzare l’identità paesaggistica e la multifunzionalità del territorio agroforestale, attribuendo ruolo centrale alla rivitalizzazione dei paesaggi rurali storici;
• cooperare a progetti multisettoriali di ripopolamento della montagna, mettendone in valore le potenzialità energetiche, produttive, abitative, ecologiche, turistiche;
• rendere coerenti i progetti di risparmio e produzione energetica da fonti rinnovabili con gli obiettivi di qualità paesaggistica e ambientale;
• attivare modalità e strumenti per la produzione la gestione sociale dell’ambiente, del territorio, del paesaggio, anche in funzione di progetti di gestione sociale dei beni comuni.
Intorno a questi temi si articola la preparazione del convegno, che vedrà la partecipazione di esperti dei diversi settori insieme agli interventi di singoli comitati che operano nelle situazioni più critiche nei diversi contesti territoriali. Il programma dettagliato sarà disponibile entro poche settimane.

Firenze, 18 febbraio

Allegati:

il documento “Territorio bene comune” (settembre 2011)

appendice, di Alberto Magnaghi

contriburto di Paolo Baldeschi

contributo di alcuni comitati fiorentini

osservazioni di Gaia Pallottino

contributo di Francesca Farabollini

contributo di Carlo Alberto Graziani

contributo di Mauro Chessa

lettera di Giorgio Pizziolo

Di seguito si allegano anche due articoli che sono stati oggetto di discussione nei mesi scorsi:

Guido Viale: La frontiera dei beni comuni

Piero Bevilacqua: Il racconto dei beni comuni