Gruppo d’Intervento Giuridico o.n.l.u.s.: seminari di diritto ambientale e ambiente news! da Stefano Diliperi

Cari amici,  
grazie alla preziosa collaborazione del C.N.R. di Sassari, proponiamo tre interessanti Seminari sulla pianificazione paesaggistica e territoriale (17 dicembre 2010), sui demani civici e i diritti di uso civico (11 gennaio 2010) e sulle valutazioni di impatto ambientale (18 gennaio 2010): tutte le informazioni necessarie a seguente link:                                                            http://gruppodinterventogiuridico.blog.tiscali.it/2010/11/30/seminari-sulla-pianificazione-paesaggistica-e-territoriale-sugli-usi-civici-e-sulle-valutazioni-di-impatto-ambientale/

E ancora: crolli preoccupanti al “gioiello” dell’archeologia mineraria Laveria La Marmora di Nebida (Iglesias), vagoni e veicoli abbandonati alla Stazione ferroviaria di Tempio Pausania, la difesa popolare dell’unico spazio verde nel quartiere di S. Avendrace (Cagliari), un approdo a Cugnana (Olbia) del quale accertare la legittimità, riprende quota il progetto di strada di scorrimento dentro l’area di Tuvixeddu (Cagliari).
Aggiornato anche il dossier “Cronaca di una speculazione edilizia annunciata, Malfatano e Tuerredda”:
qui la prima parte , qui la seconda parte  e  qui la terza parte (video).
Qui come fare qualcosa di concreto per fermare le ruspe e i mattoni:                                            http://gruppodinterventogiuridico.blog.tiscali.it/2010/08/30/fai-anche-tu-la-cosa-giusta-difendi-malfatano-e-tuerredda-dal-cemento/Un semplice messaggio di posta elettronica può fare poco, ma mille, 5 mila, 10 mila semplici messaggi di posta elettronica possono portare a grandi risultati. Coinvolgiamo amici, parenti, conoscenti, colleghi di lavoro o di studio, tutti i nostri contatti. Inseriamo la campagna sui nostri siti e blog.   Diamoci da fare.
Buona lettura, con i più cordiali saluti. 
Stefano Deliperi
Gruppo d’Intervento Giuridico o.n.l.u.s.
Il Vs. indirizzo di posta elettronica è nella mailing list del Gruppo d’Intervento Giuridico per fini informativi: se non si desiderano ricevere messaggi, ai sensi dell’art. 13 del decr. lgs. n. 196/2003 (codice della privacy), è sufficiente inviare un messaggio di risposta con richiesta di cancellazione.
firma la petizione No all’energia nucleare, sì all’energia solare !  
un blog tutto per la Sella del Diavolo e le escursioni guidate: http://selladeldiavolo.wordpress.com/ 
da L’Unione Sarda on line, 21 novembre 2010
Nebida: crolla parte della laveria, sos degli ecologisti.
Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra, dopo alcuni crolli verificatisi nei giorni scorsi relativi a parti della laveria La Marmora a Nebida (Iglesias), hanno lanciato un appello alle autorità competenti affinchè dispongano provvedimenti rapidi ed efficaci per la salvaguardia “di uno dei gioielli dell’archeologia mineraria europea”. Gli ambientalisti si sono rivolti al Ministero per i Beni e le attività culturali, alla Presidenza della Regione, alla Direzione generale per i beni culturali e paesaggistici per la Sardegna, alla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Cagliari, al Comune di Iglesias e al Consorzio di gestione del Parco geo-minerario. “Quanto è avvenuto – hanno sottolineato gli ecologisti – è uno dei sintomi più evidenti dell’inefficacia della gestione di un patrimonio di straordinaria importanza da parte di quel Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna, istituito dal 2001 e fregiato anche del riconoscimento internazionale Unesco. La laveria La Marmora, realizzata nel 1897 (era una degli impianti minerari all’avanguardia, all’epoca), ha lavorato per decenni (fino agli anni ’30 del secolo scorso) blende, calamine e galena provenienti dalle miniere di Masua e di Malfidano. Oltre al valore storico-culturale ad essa è legato il ricordo di rilevanti vicende umane. Basti pensare ai trasporti marittimi a vela e a remi del minerale dalle sponde iglesienti e arburesi al porto di Carloforte per il reimbarco verso le destinazioni di lavorazione finale”.
da La Nuova Sardegna, 21 novembre 2010
AMBIENTE. Ferrovie, denuncia del gruppo giuridico.
TEMPIO. Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico si interessano dell’area ferroviaria delle ex strade ferrate sarde. Una situazione di degrado ambientale già ampiamente trattata dal nostro giornale. Le associazioni, in una missiva indirizzata a forze di polizia, amministrazioni, magistratura e ministero segnalano la «presenza di materiale rotabile e veicoli in disuso all’interno della Stazione Ferroviaria di Tempio Pausania. Nella medesima area è stata documentata anche la presenza di rifiuti di vario genere e natura. Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico hanno richiesto le opportune analisi e verifiche sulla consistenza dei materiali abbandonati nonché l’adozione dei necessari provvedimenti, in primo luogo quelli finalizzati alla bonifica ambientale. Si auspicano rapidi accertamenti e i conseguenti provvedimenti da parte delle Amministrazioni pubbliche coinvolte». (re.te.)
da La Nuova Sardegna, 28 novembre 2010
Più di mille firme contro la rotatoria. Cresce la mobilitazione in difesa del giardino di Sant’Avendrace. Mauro Lissia
CAGLIARI. Sono 1400 le firme raccolte dal comitato popolare Sa Cruxi Santa di Sant’Avendrace contro l’espianto degli alberi deciso dal Comune nella piazza di fronte al liceo Siotto per garantire all’Immobiliare Europea dell’editore Sergio Zuncheddu un agevole accesso al nuovo quartiere ‘I Fenicotteri’. Il 24 novembre quasi 400 persone hanno manifestato il proprio dissenso e già si annunciano nuove iniziative a difesa del verde pubblico. La mobilitazione di protesta è imponente: il comitato organizzatore, coordinato da Claudia Sitzia, è formato per la gran parte di studenti e può contare sull’adesione degli Amici della Terra, del Gruppo di intervento giuridico, di Italia Nostra e del Cagliari social forum. La richiesta rivolta all’amministrazione comunale è chiara: gli alberi del giardinetto e la croce medievale di Sant’Avendrace non devono essere toccati. Sarà poi la Sovrintendenza ai beni culturali – che ha già ordinato la sospensione dei lavori di costruzione della rotatoria – a stabilire se la presenza di un’antica cisterna sia compatibile con l’apertura del cantiere. La rotatoria servirebbe ad assicurare l’accesso alle torri dei Fenicotteri e a collegare il quartiere dell’Immobiliare Europea al nuovo sistema viario che comprende anche la strada per Tuvixeddu, quella che si vorrebbe realizzare nel canyon scavato in tempi remoti e oggi protetto da un vincolo imposto dalla Sovrintendenza. E’ stato nei giorni scorsi il parlamentare del Pdl Mauro Pili a parlare di «sviluppo della città» riferendosi alla costruzione della rotatoria collegata al prossimo ingresso di Tuvixeddu. Pili ha trovato appoggio nel centrosinistra: il consigliere comunale Claudio Cugusi si è dichiarato favorevole all’intervento, che secondo il vicesindaco Maurizio Onorato dovrebbe salvare gli alberi e offrire alla città una maggiore superficie verde. Ma a giudicare da quanto sta avvenendo a Sant’Avendrace – alberi potati drasticamente e piante ritagliate a forma di parallelepipedi – e da quanto avvenuto in piazza Maxia non sembra che la politica comunale sia rivolta a difendere le aree verdi della città. Soprattutto – è stato detto nel corso della manifestazione – se gli interessi in gioco sono alti e gli interventi sono utili agli imprenditori vicini all’amministrazione comunale di centrodestra.
da La Nuova Sardegna, 28 novembre 2010
Le associazioni ambientaliste inviano un dossier alla procura. Caccia ai «pontili selvaggi» nel mirino c’è anche Cugnana. (red. ol.)
OLBIA. Contro «pontile selvaggio» si mobilitano gli ambientalisti e in Gallura rispunta il caso della struttura realizzata nel golfo di Cugnana dalla società Sardegna navigando. Il Gruppo d’intervento giuridico e Amici della terra nei giorni scorsi hanno presentato una richiesta di atti e informazioni alle autorità, a cominciare dal ministero per i Beni culturali e proseguendo con la Soprintendenza e la direzione regionale del Servizio tutela del paesaggio. Le informazioni richieste riguardano la realizzazione di ben 81 corpi morti in cemento, pontili galleggianti, una strada di accesso e altre strutture realizzate a Cugnana dalla srl Sardegna navigando. Secondo gli ambientalisti, «il comune di Olbia nel 2008 avrebbe ordinato la sospensione dei lavori, riscontrati abusivi sul piano paesaggistico e sul piano urbanistico. Nel 2009, poi, avrebbe emesso una seconda ordinanza di sospensione dei lavori*, in quanto le opere edilizie proseguivano nonostante il divieto. Sempre nel 2009 sarebbe stata respinta dallo Sportello unico per le attività produttive del Comune l’istanza per la realizzazione di pozzetti prefabbricati. Subito dopo sarebbe stata riscontrata da parte di personale tecnico del Comune la violazione di sigilli apposti in via amministrativa. Infine, ancora nel 2009 il Comune avrebbe emesso specifica ordinanza di demolizione delle opere abusive. Senza alcun esito, finora». Sempre secondo gli ambientalisti, «non si ha notizia di alcuna autorizzazione, anche in sanatoria». L’area di Cugnana ricade nel demanio marittimo e la parte a terra ricoperta in buona parte da macchia mediterranea è tutelata con specifico vincolo paesaggistico, mentre la fascia dei 300 metri dalla battigia marina è tutelata con vincolo di conservazione integrale.
da Metro – edizione Cagliari, 3 dicembre 2010
Tuvixeddu, scontro aperto. Anche gli ambientalisti divisi sulla nuova strada-canyon: Italia Nostra si schiera contro il tunnel.  30 gli ettari di parco previsti a Tuvixeddu, dove sta sorgendo il complesso edilizio della Ditta Coimpresa di Cualbu. 42 i milioni di euro stanziati per realizzare il tunnel che risolverebbe molti problemi di traffico nel capoluogoEnnio Neri
La polemica. Scontro su Tuvixeddu. Si accende il dibattito sulla strada-giardino nel canyon di Via Is Maglias. E le posizioni degli ecologisti si dividono tra favorevoli e contrari. Nessun commento dalla Sovrintendenza, che aspetta di esaminare il progetto, mentre gli ambientalisti mettono le mani avanti. “La soluzione precedente era troppo tortuosa”, spiega Stefano Deliperi, del Gruppo di intervento giuridico, “questa mi sembra dispendiosa e non credo che bastino i 42,5 milioni di euro previsti. Per il resto dubito che la strada-giardino sia compatibile con il provvedimento di vincolo”. In via Rovereto resta il problema delle fondamenta delle abitazioni. “La soluzione migliore – aggiunge – è quella di una seria valutazione di impatto ambientale. Ma credo che in generale sia da stravolgere tutta la politica sulla mobilità cittadina in chiave di sviluppo dei mezzi pubblici”. “L’idea del tunnel anche se ricoperto da verde non piace per niente – ammette Maria Paola Morittu di Italia Nostra – anche perché non vedo come potrebbero nascondere i bocchettoni d’areazione. No a strade e multipiano attrattori di traffico e dico invece si a una politica di potenziamento dei mezzi pubblici”.
Si del Polo Civico. Un si convinto è quello di Antonello Gregorini, ecologista del Polo Civico. “Quella strada è fondamentale per la città – spiega – soprattutto per il riequilibrio dell’assetto viario cittadino. Perché alleggerisce il traffico e limita le emissioni di inquinamento. E soprattutto perché ci permetterà di avere un centro storico senz’auto. Trenta ettari di parco a Tuvixeddu sono tantissimo” Gregorini dice no a qualsiasi danno al Liceo Siotto.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus    
Via Cocco Ortu, 32 – 09128 Cagliari

IL SILENZIOSO SIPARIO SUI PARCHI di Alessandro Rossetti

Cari amici,
si avverte uno strano clima di rassegnazione sul sipario che sta calando sui Parchi. Un silenzioso sipario reso ancor più invisibile dai nuovi fermenti che fanno invece sperare in un risveglio delle coscenze anestetizzate degli italiani.
Il crollo di un monumento di Pompei ha giustamente richiamato l’attenzione sui colpevoli tagli alla cultura. Sono scesi in piazza addirittura gli attori. E per loro si è mobilitato anche il Presidente della Repubblica. Pochi si sono chiesti se sia giusto che lo Stato finanzi Pompei (tra i siti archeologici più visitati al mondo!) o addirittura il cinema. Né tanto meno a qualcuno è venuto in mente di chiudere i siti archeologici o i musei che funzionano male o sprecano risorse. La risposta è stata corale e scontata: la cultura è ricchezza. Come lo sono l’istruzione e la ricerca. Ai tagli alla cultura sono stati dedicate intere puntate di programmi televisivi, come anno zero e vieni via con me.
Per i Parchi naturali, invece, le reazioni sono state finora molto, troppo timide (o moderate, come qualcuno preferisce definirle). Certo, a differenza dei siti archeologici, i parchi hanno, per ovvie ragioni, diversi nemici. Ma strani segnali e diffidenze giungono anche da parte del mondo ambientalista e, cosa ancor più singolare, da quello degli stessi Parchi. Dopo il taglio estivo del 50% delle risorse (già in precedenza ridotte al limite della sopravvivenza), lo scorso 9 novembre il ministro Prestigiacomo aveva pubblicamente dichiarato che il taglio era frutto di un errore, annunciando il reintegro di tali risorse da parte del parlamento. Ma così non è stato. Il reintegro approvato alla Camera e all’esame del Senato è inadeguato e, per giunta, assicurerebbe solo la copertura delle spese cosidette “obbligatorie”. Restano solo 7 milioni per attività strategiche di tutti e 23 i parchi nazionali. Alla fine del 2010 i Parchi si trovano ancora  senza alcuna certezza sui finanziamenti per il 2011 che, nella migliore delle ipotesi, potrebbero comunque coprire solo gli stipendi dei dipendenti e pochi altri contratti già in corso. Per non parlare dei tagli agli organici (in molti casi già inadeguati in relazione alla complessità dei compiti istituzionali) e alle continue norme che introducono sempre nuovi ostacoli alle attività degli enti.
In questo quadro, che sà molto di transizione verso la trasformazione dei Parchi in enti inutili, la beffa del reintegro fantasma ci viene presentato come una concessione, un importante risultato della politica moderata in tempi di crisi economica. E serpeggiano le ipotesi più fantasiose (o stravaganti) su possibili scenari, che vanno dall’autofinanziamento alla privatizzazione, dai biglietti alle entrate dei parchi alla modifica della legge quadro, a possibili introiti derivanti dallo sfruttamento delle risorse naturali, come nell’idroelettrico.
E’ strano come il tema dei Parchi entri ormai solo raramente nel dibattito sulle questioni ambientali. I riflettori sono puntati sulle catastrofi e sull’energia, troppo spesso solo all’esterno tinta di verde, anzi di “green”. Proliferano (fortunatamente) comitati di cittadini che si oppongono al consumo sfrenato e al degrado del proprio territorio e alla tutela dei beni comuni, come l’acqua. Ma sfugge la centralità che i Parchi dovrebbero avere nelle politiche ambientali, dimenticando che essi sono molte cose insieme: scrigni di biodiversità, cultura e beni comuni; laboratori privilegiati per sperimentare modelli economici alternativi; tutela della salute e prevenzione dei rischi ambientali.  Anche se l’estinzione di una specie vivente non fa rumore quanto il crollo di un monumento, un Parco è molto più di un museo, di un centro storico o di un sito archeologico. E una specie estinta non potrà essere restaurata, nemmeno nei periodi di massima prosperità economica. Nei Parchi si progettano speranze di futuro.  Sconfiggerli significa sconfiggere queste speranze. I Parchi rappresentano sacche di resistenza all’omologazione, allo sviluppismo senza regole e alla privatizzazione dei beni comuni. Quindi anche alle mafie, alle speculazioni come al Circeo e alle discariche di Terzigno. Resistenza fatta da gente che quotidianamente opera nell’ombra tra infinite difficolta. E da uomini come Angelo Vassallo. Discutere di ambiente senza parchi è come discutere di cultura senza teatri, di salute senza ospedali, di istruzione senza scuole.
Eppure, nell’Anno internazionale della biodiversità, il sipario continua a calare sui parchi italiani. Nel silenzio.
Alessandro Rossetti
socio dell’Associazione 394 del personale delle aree protette